PIANO TERRA
Nella biblioteca delledificio, posta al piano terra spiccano su due pareti bellissimi affreschi "ad intarsio", raffiguranti il carro stilizzato, dipinto in rosso vivo, stemma della famiglia carrarese e l’elmo orientale con la testa del saraceno, simbolo proprio di Ubertino.
Nella "aula curiale", nel 1349, alla corte di Iacopo II, fu introdotto Francesco Petrarca quale illustre ospite e consigliere del Principe.
Nella sala attigua, più piccola, o "camera dei carri", gli affreschi "ad arazzo" di elegante disegno, rappresentano anch’essi i motivi araldici dei Carraresi, su di un fondo giallo-oro antico e rosso, simile a una morbida stoffa, alternantisi in bell’ordine con delicati disegni di ramoscelli. Gli affreschi sono completati nella parte superiore da un’elegante cornice a mensole in fuga prospettica, di illusione architettonica, che, secondo autorevoli interpretazioni, sembra debba attribuirsi allo stesso Guariento, il quale, del resto, essendo ben informato sulla scienza della prospettiva, potrebbe aver fatto parte delle maestranze di pittori che lavoravano al palazzo di Ubertino.
PRIMO PIANO
Prima di giungere alla grande sala del Guariento, gioiello dell’Accademia, si percorrono due ampie stanze arredate con mobili settecenteschi.
Sala dei Carri
La prima, per tradizione detta "Sala dei Carri" (probabilmente con riferimento allo stemma dei Carraresi) offre un accogliente benvenuto al visitatore, il quale ne può ammirare il bellissimo soffitto a cassettoni e la cornice perimetrale di affreschi “ad arazzo” che adornano la porzione superiore delle pareti con i motivi araldici dei Carraresi, posti su uno sfondo simile a una morbida stoffa (queste decorazioni sono presenti anche nella sala successiva).
Sala del Guariento
L’arredo della Sala del Guariento, di stile neoclassico, opera di Giuseppe Jappelli, accademico, architetto ben noto per aver ideato e realizzato il Caffè Pedrocchi, è costituito essenzialmente da una "panca", sedile continuo semiellittico su pedana, sopraelevato al centro con i posti per i componenti della Presidenza. Di fronte si trovava, quasi a chiusura dello spazio riservato agli accademici, una piccola "panca", per gli interventi e un tavolo ovale, ora per necessità spostato verso la parete di fondo. E’ un disegno in cui risultano congiunte funzionalità, purezza geometrica con sobria, severa armonia.
Alla parete, sopra l’ingresso della sala, si può ammirare il disegno originale della Pianta di Padova del cartografo Giovanni Valle, che per primo si avvalse dei calcoli trigonometrici per le sue piante (prima di lui, queste erano disegnate "a volo d’uccello"). Il disegno in china e acquarellato a seppia, ultimato nel 1781 e successivamente (1784) inciso a Roma da Giovanni Volpato, fu donato all’Accademia dallo stesso Valle. Mentre, sulla parete retrostante i posti riservati ai componenti della Presidenza nella Sala del Guariento, si trova lo Stemma in cotto dell’Accademia dei Ricovrati.
Lapidario. Rilievo funerario greco
Infine nel loggiato, a cui si accede dalle tre stanze appena illustrate, si può ammirare un braciere ottocentesco di rame, con manici in ferro, sostenuto da treppiede. Dal loggiato, ad ovest, si accede a due stanze oggi adibite a lapidario e ad archivio. Quest’ultimo custodisce il generoso lascito del fondo documentale donato all’Accademia da Silvia D’Ancona in memoria del padre Umberto D’Ancona, insigne zoologo e Presidente dell’Accademia (1957-1961), e della madre Luisa Volterra.
Traghetto che collegava il palazzo dei Carraresi con la "Specola"
Un tempo partiva da qui un vero e proprio viadotto su 28 arconi chiamato “Traghetto”, merlato da ambedue i lati, che conduceva dal palazzo fino a nord della porta Tadi, collegandosi con le mura della città e con la Torlonga (oggi Osservatorio astronomico o la “Specola”). Quest’opera, che consentiva al Principe e alla sua famiglia di avere una via di fuga in caso di necessità, venne distrutta nel 1777 essendo considerata “fatiscente”.
Particolare della decorazione tardo-gotica
Inoltre, sulle pareti del ballatoio sopra l’entrata, sono affiorati affreschi di diversa fattura (draghi, corone marchionali e bellissimi rosoni) tipici del tardo gotico. Si deve aggiungere che, tra i "nuovi" motivi ornamentali, compare in una lunetta, anche l’elmo di foggia orientale con la testa del Moro, simbolo del primo Signore Gonfaloniere, cioè di Ubertino.
Nel 1973 sono stati annessi all’Accademia anche parte dei locali dell’ex palazzetto Anselmi, di architettura cinquecentesca, adiacente all’Accademia. Costruito sui ruderi della cinta muraria, lato sud, verso la Contrà del Duomo, conserva tracce di finestre medioevali e fini decorazioni sulle travi del soffitto di un ambiente del primo piano.