Nella storia italiana ed europea dell’Ottocento, Giuseppe Mazzini occupa un ruolo decisivo, incarnando la sintesi più classica degli ideali di libertà, uguaglianza e patriottismo. Non soltanto il Risorgimento italiano diventa impensabile senza la presenza di Mazzini, ma anche il più generale sviluppo di una moderna coscienza politica europea. Mazzini scrive e opera nel periodo 1830-1870, il vero "cuore" dell’Ottocento, gli anni che corrono dalla rivoluzione di luglio alla guerra franco-prussiana: democrazia, patriottismo, unità nazionale, liberalismo, socialismo non sono ancora, in questa fase storica, declinati in un corpus definito, e l’universo progressista offre l’esempio di diverse personalità che si collocano sulla linea di confluenza di più tradizioni.
Da questo punto di vista, Mazzini rappresenta uno dei modelli ideologici più alti e significativi, ma anche più problematici: ciò spiega l’enorma rilevanza della sua eredità, ma anche la difficoltà di reperire un’interpretazione univoca ed esaustiva del suo pensiero. Mazzini fu prima di tutto un democratico nel senso più profondo del termine, ma la sua idea di democrazia, non priva di accenti mistico-messianici, non può essere disgiunta dalla Repubblica e il suo repubblicanesimo è inconcepibile al di fuori dell’indipendenza nazionale. I vari saggi raccolti nel volume si concentrano su alcuni degli spetti del pensiero mazziniano, un blocco coerente e organico che, già delineato negli anni Trenta, si confronterà a più riprese con le prove storiche dei decenni successivi: le rivoluzioni europee del ’48, il periodo cavouriano, l’Italia post-unitaria.
L’eredità di Giuseppe Mazzini. A cura di G. BERTI, Edizione Il Poligrafo, Padova 2006. euro 20