Le lezioni di Ostensio simplicium di Giulio Pontedera: l’identificazione delle piante

L’opera tratta di un manoscritto inedito settecentesco, conservato presso la Biblioteca Universitaria di Padova, riveste una straordinaria importanza perché fornisce, in assoluto, le prime notizie sui metodi didattici e sul contenuto delle lezioni pratiche di Ostensio simplicium, insegnamento che prevedeva la dimostrazione dal vivo delle piante coltivate nell’Horto medico di Padova.

Considerato un tempo anonimo, si è scoperto che il manoscritto fu redatto a Bisanzio nel 1734 da Alessandro Knips Macoppe jr (che si era laureato a Padova e aveva seguito le lezioni di Giulio Pontedera), quando era medico dell’Ambasciatore veneziano presso il Sultano. Lo studio del manoscritto ha rivelato che, nella sua trattazione, Pontedera seguiva una classificazione basata essenzialmente sulla morfologia della corolla, utilizzando per le numerosissime specie illustrate (circa 1200) la nomenclatura polinomia pre-linneana. L’identificazione botanica delle specie trattate, con il passaggio dai polinomi pre-linneani alla corrispondente nomenclatura scientifica moderna, ha comportato un lunghissimo e laborioso lavoro di valutazione critica comparata di migliaia di sinonimi di moltissimi Autori. Particolari difficoltà si sono incontrate nei numerosi casi in cui il nome riportato nel manoscritto era incompleto, errato o indicava più specie diverse. Ulteriori problematiche sono derivate dall’uso di denominazioni polinomiali inconsuete o talora assolutamente originali come, ad esempio, "Acacioides spicata ex Insulis Carolinianis, quasi planta ad acaciam accedens" che si è rivelata essere Amorpha fruticosa L. Con l’identificazione delle piante, questo manoscritto rappresenta un’importante documentazione delle specie che erano coltivate nell’Orto di Padova da Giulio Pontedera intorno al 1730. Questa documentazione è tanto più importante, in quanto le conoscenze sulle collezioni vegetali padovane nel Settecento sono molto scarse e incomplete; questo manoscritto viene pertanto a colmare una grossa lacuna. Dal manoscritto apprendiamo inoltre che Giulio Pontedera ometteva di illustrare, durante le sue lezioni, parecchie piante esotiche rare, nel timore che l’irruenza dei giovani studenti potesse danneggiarle, come spesso accadeva per le altre. Nonostante la mancata menzione di molte piante rare non indigene, grande è l’importanza di questo manoscritto per definire il ruolo svolto dall’Orto patavino nell’introduzione e diffusione in Italia di numerose piante esotiche. L’identificazione delle piante di questo manoscritto ha portato a stabilire che, grazie a Pontedera, l’Orto patavino può vantare la priorità dell’introduzione in Italia di diciassette specie esotiche, prevalentemente di provenienza nordamericana. I risultati ottenuti dal complesso lavoro di valutazione critica comparata di migliaia di sinonimi, con l’identificazione delle 1200 piante di questo manoscritto, potranno sicuramente costituire un utile supporto per coloro che intendessero documentare le antiche collezioni vegetali degli Orti botanici. Un’approfondita conoscenza di queste antiche collezioni degli Orti botanici, sarebbe estremamente auspicabile al fine di meglio documentare la dinamica dell’introduzione delle specie esotiche in Italia.

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